Luci e ombre

Biscotti di frolla

Michael Jackson Cookies

Ho una visione in bianco e nero.

Il mondo si divide in due categorie di persone. Quelle naturalmente votate a scegliere, e quindi incontrare, la felicità. Queste persone non sono baciate dalla fortuna a caso, ciò che accade loro è figlio di un circolo virtuoso che dipende dall’atteggiamento che giorno dopo giorno rinnovano verso la vita e tutti gli alti e bassi di cui è corredata. Persone, in sostanza, che si rimboccano le maniche e che di fronte ad un quadro a scala di grigi decidono di vedere e seguire solo la luce. Esistono poi quelle che non la vedono, che si lamentano, che attraggono cose negative, che conseguentemente le provocano.

Le due categorie non sono statiche, è possibile percorrere la strada che porta dall’una all’altra attitudine vitale. Più volte. Sul perché una persona appartenga all’una o all’altra categoria ancora non ho sviluppato astruse teorie. C’è chi nasce nell’amore, nella libertà e nel rispetto. C’è anche chi nasce in un ambiente non frutto di amore, di persone che hanno un percorso da compiere che non comprende l’armonia. C’è chi subisce torti per tutta una vita. Eppure ho riscontrato che tutti possono far parte indifferentemente della categoria “Luce” o “Ombra”.

Nei postumi di una telefonata illuminante con la mia musa fiorentina, ho dato forma ad un’intuizione riguardo al rapporto tra le due. Complice – stranamente – la pratica Yoga, ho realizzato in stile San Paolo sulla via di Damasco che figure lamentose, piagnone o ciniche hanno tirato fuori il meglio di me. Finora è sempre stato così, fintanto da convincermi di essere affetta dalla sindrome della crocerossina.

Forse inconsciamente ero in grado di esprimere la me stessa migliore in contrapposizione, in presenza cioè di atteggiamenti negativi, che in passato hanno contribuito a delineare i tratti luminosi della mia personalità. Per il principio inverso di chi brilla di luce riflessa, io amavo brillare di luce mia. Alla lunga però non può essere così. Anzitutto perché non si può pensare di avere risorse inesauribili. Certo, è infinitamente bello dare. Poi è tutto un gioco di equilibri: se non ti torna mai indietro niente o sei Madre Teresa di Calcutta oppure rischi di venir sopraffatto dalla negatività. E io non sono Madre Teresa di Calcutta.

Immaginando l’essere umano come un bel Tao cicciotto, un po’ come i biscotti a tema che mi sono inventata (e pappata), mi piace pensare che possiamo scegliere se stare nello Yin o nello Yang, ma che non ci sia proprio verso di togliere quel piccolo neo del colore opposto perché è proprio la presenza di quest’ultimo a indicare la mezzaluna in cui ci troviamo. Luci e ombre nelle persone vengono definite solo dall’assenza-compresenza dell’opposto. Che emettiamo luce o ce ne nutriamo, stiamo comunque contribuendo al gioco globale dell’interruttore.

E luce fu.