Questione di Genesis

In preparazione all’incontro che avrò tra poco, sapendo di attirare a me l’ira delle mie amiche, quoto il bell’articolo di un’altra cara amica. Parlare di violenza sulle donne è quasi inutile dato che “fino a quando comportamenti discriminatori, pregiudizi, battute sessiste e offese offriranno una solida e invisibile struttura a un rapporto squilibrato tra i sessi, continueremo ad accorgerci solo della punta dell’iceberg e non del mare che la sostiene“.

Marc Jacobs Philosophy

Marc Rules

Mi sono espressa più volte sulla ridicolaggine delle giornate mondiali. Ora scendo dalla cattedra. Ok, c’è una giornata mondiale perché c’è gente a cui è necessario ricordare dei temi importanti. Certo, averne una del “gatto” e una della “violenza sulle donne” fa un po’ ridere. Ma andiamo avanti.

Allarme banalità. Il femminicidio è notiziabile, per questo se ne parla anche dal parrucchiere, ma dovrebbe esserlo di più il fatto che esiste una parola coniata apposta per definire un omicidio compiuto ai danni di un genere che è più di metà della popolazione mondiale. Ma cosa è davvero la “violenza sulle donne”?

Violenza è un amico che fa il bullo, umiliando un’amica per far ridere gli altri. Lo è anche rispondere ad una donna che solleva un problema con lo stesso approccio: “avrà le sue cose”. Sono violenze in quanto invisibili, ma estremamente efficaci perché non percepite come tali. Esistono i corrispettivi anche al femminile, ma dato che non esiste una giornata contro la violenza sugli uomini, forse non sono così notiziabili. O frequenti.

La verità è che l’unica vera violenza è quella fatta dalle donne verso loro stesse quando accettano e considerano normali queste situazioni, che sono cavolate, che “perché non ci ridi sopra?” e lasciano andare. Ci vuole: tanto amore, o un padre che ti ascolta, o una buona capacità di dialogo o un’ottima consapevolezza di stesse. Sì, insomma, robe da niente. In alternativa ci vogliono un po’ di anni di esperienza o un grande lavoro su se stesse. Soprattutto ci vuole voglia di essere rompipalle.

Il femminismo andava di moda negli anni 70, quando era accettabile avere degli “ismi”. All’era dei Genesis. Un uomo che si rapportava con una donna dell’epoca sapeva che per portarsela a letto e farla star buona doveva sentire questi discorsi. Alla fine magari qualcuno l’ha fatto suo a furia di sentirlo. Poi sono venuti gli anni 80 e la donna è tornata più mansueta e sexy, tipo la gattina di Cosmopolitan.

Oggi una donna si scusa con un uomo quando ha un’uscita femminista. Sa di non essere sexy quando lo fa, e cerca subito di correggere il colpo facendo la simpatica, flirtando o sminuendo quello che ha detto. Sa che se va avanti con le proprie idee, anche se la discussione finirà con la sensazione che lei abbia lasciato un messaggio, il pensiero latente sarà: “chissà che qualcuno se la trombi”.

Le donne sanno che fare così le protegge dall’essere viste come virago “antisesso”. E’ normale, tutti vogliamo riprodurci e fare – spesso e volentieri – quello che serve per garantire la prosecuzione della specie. Quindi serviamo gli uni alle altre.

Eppure questa “specie” avrà sempre più problemi. Abbiamo ormoni in conflitto, biologie che cozzano e modalità di conforto differenti. Così, tra le altre. Ma, diamine, hanno fatto i soldi con “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”. Possibile che non si faccia un passo oltre “io le donne proprio non le capisco” o “gli uomini sono tutti stronzi”?

E’ difficile, è un lavoro. Lo facciamo solo quando vogliamo portare a letto qualcuno o per evitare delle rotture di palle. Ma, SVEGLIA, è l’unico lavoro il cui continuo perfezionamento garantirà l’evoluzione della specie. E, forse forse, alla lunga toglierà frustrazioni, incomprensioni, risulterà in una diminuzione dei femminicidi e infine renderà discutibile l’esistenza di una giornata contro la violenza sulle donne.

Scusa Studio Aperto, scusa Gente. Meno lavoro per te, ma più soddisfazione generale nei rapporti. Uomo-Donna. Genere-Umano.

[UPDATE] la stessa amica di cui sopra ha scritto un altro bell’articolo sull’altra risposta universale ai problemi delle donne. Suonare il piffero magico. E anche lì, la risposta alla risposta è geniale.